Coca Cola Village, generare contatti o costruire un contesto?


Questo video è stato proiettato ieri durante la lezione di Brand Managment.
Subito dopo la fine di questo video il mio prof. chiede alla platea: "Secondo voi perchè Coca-Cola dovrebbe spendere tutti questi soldi in questa attività?"
Io notai subito alcune cose interessanti, come ad esempio l'utilizzo dei Tag RFID e la partnership con Facebook per consentire, come dice la voce, il "collecting the user data" e per dare agli utenti "a real time sharing experience".

Sul "collecting the user data" avrei da fare un bell'approfondimento e richiederebbe un'altro post apposito così come anche l'idea di condivisione e di Web 2.0 ormai sta diventando talmente abusato da ricavarne in ogni dove profitto e dati personali. Ma sono problemi ampi e delicati che putroppo devo rimandare al momento.


Io ho un occhio forse troppo tecnico all'approccio di marketing e ieri piuttosto che rispondere alla domanda in versione "uomo di marketing", risposi che forse Coca-Cola con questo evento volesse cercare di spingere forzatamente i ragazzi ad associare i loro account Facebook in maniera tale da trattenere i loro contatti. Informazione molto utile all'azienda, quindi pertinente. Mi spiego meglio. Oggi come oggi avere una fan page per un'azienda è qualcosa di veramente importante, ma è importante anche avere una buona strategia per portare il target sulla nostra pagina. Il mercato inoltre è cambiato e non penso che ognuno di noi clicca ogni giorno la propria fan page preferita (l'attuale "mi piace"). Insomma, puoi anche essere Coca-Cola in persona, ma se non mi dai un buon motivo per cliccarti, io non ti verrò mai a trovare sulla tua pagina quotidianamente.

Tutti parlano di Relazione con il cliente, il problema è arrivarci.

Il mio ragionamento può sembrare contorto, ma tuttavia penso ancora che abbia una sua validità anche se è stato praticamente ignorato.

Al suo posto è stata preferita ovviamente quella del professore probabilmente anche per via del fatto che è lui l'unico giudice e arbitro delle nostre considerazioni. Ubi Maior...
Ovvero: le aziende ormai devono saper creare un contesto, oltre la brand personality oggi serve creare un mondo possibile dove far vivere l'esperienza alle persone così da poter essere un canale per. Il brand scende dal palcoscenico e si siede in mezzo alla platea. Insomma da persona a spazio attrattivo per condividere esperienza.

Ok, condivido e penso sia ormai noto a tutti. Quello che forse non si è ancora compreso è: ma come faccio a fare i contatti? Come faccio a conoscere personalmente ognuno di loro? Come posso dare un nome e un cognome a chi vive la mia stessa esperienza? Io posso praticamente organizzare un festone meraviglioso a casa mia, dove offro da bere e mangiare (reason why), ma a che mi è servito se poi non mi faccio dare i numeri di telefono per organizzarne un'altra e stabilire cosi una relazione?
Credo che con il Coca-Cola Village, l'azienda abbia voluto sì creare il mondo possibile, ma l'obiettivo vero credo sia quello di generare contatti.

Una cosa è certa: ci possono essere entrambe le finalità, la mia un pò più tattica, l'altra un pò più strategica. Basta dirlo e riconoscerlo.

Dunque il mio discorso completa quello (già ottimo) del professore, necessario per dare una visione un pò più pratica e completa sull'effettiva realizzazione delle cose. Scrivo questo post soprattutto per i miei colleghi, per dare loro la possibilità di discutere e approfondire, se ne avranno voglia le due visioni.

Commenti

Anonimo ha detto…
Enric sono d'accordo con te e grazie per i post!
L'evento sociale così organizzato mira a creare un'esperienza "unica e memorabile" come dicono gli studiosi americani dell'Economia dell'Esperienza Pine and Gilmore e quindi a creare un legame sempre più stretto con i propri consumatori promuovendo modi di vita e modi d'essere. Il Coca-Cola Village punta anche a creare un'esperienza condivisa che come dice Cova è ciò che oggi i consumatori cercano,lo "sharing", ricreare dei rapporti sociali e delle nuove comunità che uniscono le persone accumunate dagli stessi interessi e modi di divertirsi.
Ma sicuramente l'obiettivo più tangibile è quello della conoscenza personale del proprio target raccogliendo i loro contatti: oltre al fine immediato, che è quello di portare i propri consumatori alla fan page, sapere quello che questi ragazzi vogliono, quali sono le loro abitudini, il loro stili di vita per aggiustare continuamente il proprio tiro, il famoso e osannato "fine tuning" da un punto di vista promozionale e più in generale di branding.

Leti

Letipetra@hotmail.it
Enrico Pellegrino ha detto…
Esattamente Letizia, hai perfettamente ragione. Esistono azioni tattiche e azioni strategiche di lungo periodo. Grazie per il commento.
Unknown ha detto…
Ciao Enrico, personalmente credo che l'obiettivo "reale" non fosse quello di generare contatti, o comunque fosse in subordine rispetto a quello, come hai detto tu, di creare un contesto, un'esperienza che renda concreta la promessa "Enjoy Life".
Mi viene in mente queso perchè credo che difficilmente Coca Cola abbia bisogno di realizzare un mailing, così come credo che un'esperienza del genere abbia poco a che fare con una profilazione di carattere sociale (a chi non piacerebbe spaparanzarsi al sole in piscina? :) ) . Al contrario ha bisogno di rinnovare (in un'area particolarmente difficile come Israele) la promessa di un mondo migliore possibile, divertente,occidentale e, perchè no, frizzante!
saludos
Davide
Enrico Pellegrino ha detto…
Questa, caro Davide, si propone come una "terza via" molto gradita che non avevo considerato in effetti. Israele è un posto importante dove fare attività di questo tipo (un pò come L'Aquila e l'eurochocolate qui da noi?) dove si può realizzare la promessa del brand. Resta il fatto che anche se non ha bisogno di contatti, tuttavia è proprio la tecnologia RFID che mi fa pensare proprio questa scelta tattica, che fidati, servono sempre, anche perchè un conto è dire "mi piace" all'evento in generale, un conto è dire "mi piace" agli eventuali prodotti presenti all'interno dell'evento.
Giusto un esempio. E' come se io andassi ad una fiera di PC e loro potessero vedere, grazie all' RFID, in quale stand mi soffermo di più, sarebbe utile per fare del marketing su di me, no? Comunque interessante commento. Grazie mille, mi hai aperto ad altre riflessioni. Ciao.

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